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Asanas e Catarsi
Asanas e catarsi

Asanas e catarsi



Qualche volta nel secondo stadio comincio a fare le asana. Non sono in grado di dire se le faccio perché le voglio praticare o se invece arrivano da sole. Come si fa a capire la differenza?

     Non pensare alla differenza, lascia che arrivino. Quando arrivano da sole nella meditazione lascia che arrivino, andranno poi via da sole. Ma se arrivano perché le vuoi praticare non so se se ne andranno mai.
Quando il bisogno è finito, quando è stato soddisfatto, svaniranno da sole. Per cui non pensarci. Non puoi saperlo prima se vengono per una tua abitudine oppure no. Se sono autentiche, allora quando il bisogno è soddisfatto andranno via. Questo non lo potrai sapere mentre stai facendo le asana - non sarai in grado di stabilire la differenza -  ma piano piano sentirai questa differenza.

     Quando pratichi una asana particolare è molto differente da quando arriva spontaneamente, la distinzione è sottile ma c'è sempre. Quando  sei tu che le fai, sarà un atto di disciplina che segue una routine particolare, una sequenza, un ordine. Quando viene da sola, non ci sarà nessuna disciplina, nessun ordine, sarà un atto caotico. E solo quando è caotico è utile.

     Un atto disciplinato non è di aiuto perché è sempre una finzione del momento conscio, non va mai in profondità. Solo quando un'azione è caotica diventa profonda e solo quando raggiunge il livello inconscio, perché la mente inconscia è un caos, un grande caos.

    L'inconscio è proprio come l'origine del mondo. Nell'inconscio ogni cosa esiste in forma potenziale, non ha ancora preso forma e aspetto, tutto è indistinto, nebuloso, incerto. Se cercate di imporre qualche modello precostituito non otterrete niente.
Continuerai solo a girare in tondo con la tua mente conscia perché la mente conscia può essere costruita in una disciplina mentre il tuo inconscio non può mai essere forzato in una disciplina. Ma l'inconscio è la radice, l'inconscio è la sorgente.
Meditazione vuol dire andare nell'inconscio, penetrare in esso, essere in esso.
Deve essere caotica nel caos.
Deve essere senza forma nel senza forma.
Significa lasciarsi andare, fluttuando nelle nuvole, senza appigli, lasciarsi muovere in un territorio sconosciuto, uno spazio senza mappe.
Non entrare in questo territorio con una mente disciplinata o non ci andrai mai.
 
    Con la tua mente conscia ti muovi in modo circolare: continui a ripeterti e diventa un'abitudine. Ti sei schierato con la tua mente conscia.
     Una mente disciplinata sarà sempre una mente povera perché non darà mai il benvenuto al caos. Non è mai andata oltre i limiti del conscio non ha mai trasceso il conscio; non si occupa dell'infinito.
    Un uomo con una mente disciplinata può essere un grande uomo, come Gandhi, ma avrà una mente piccola perché la sua sola preoccupazione riguardo la mente conscia è la disciplina. Non si muoverà mai nello spazio oltre la disciplina - non ci entrerà mai.
La mente conscia è come il giardino che cresce dietro la tua casa, non è mai come una foresta. E l'inconscio è come una fitta selva che non ha confini. Non potrai mai conoscere i confini dell'inconscio in cui è possibile perdersi. Rimanere nel conscio è sicuro, non ci sono rischi. Muoversi nell'inconscio è rischioso ci vuole coraggio.
     Così non creare una disciplina per il tuo corpo e non crearla per la tua mente. Vivi nella non disciplina, vivi nel caos, vivi nel pericolo. Questo è quello che significa per me la meditazione: vivere nell'insicurezza, vivere nel caos, vivere nello spazio senza limiti.

     Ma questo non vuol dire che una disciplina non arrivi a te. Verrà, ma verrà nella libertà. 
Sarà una disciplina viva che viene da dentro: sempre sconfinata, sempre potenzialmente caotica, sempre esplosiva, sempre nell'ignoto…una disciplina che si crea momento per momento.
Ti sembrerà molto inconsistente, ma avrà la sua consistenza, sarà pervasa da una consistenza interiore.


     Meditazione non vuol dire una realizzazione conscia: vuol dire un salto senza sforzo dentro te stesso. Con la disciplina puoi andare avanti passo dopo passo ma non puoi mare disciplinare il salto. I primi tre stadi della meditazione dinamica non sono per nulla stadi di meditazione ma sono passi che conducono in quello spazio da cui è possibile fare il salto.
La vera meditazione è un salto….un salto nell'ignoto. 

    Per cui non creare la disciplina per il tuo corpo; lascia che vada dove vuole andare. Lasciati andare dentro l'ignoto. Accadranno delle cose, ci saranno delle asana, ma solo quelle che sono necessarie per te. Ora possono comparire della asana - asana che normalmente non sono descritte, che fino adesso non sono state descritte - perché le possibilità sono infinite e le asana che noi abbiamo rappresentano solo le posizioni più comunemente rappresentate.Ci sono anche mudra infiniti.  Verranno anch'essi.
     Lascia che le asana vadano e vengano. Non praticarle e non aggrapparti ad esse. Lascia che arrivino da sole, lascia che se  ne vadano da sole, non preoccupartene per niente.
Questo è quello che intendo quando dico che sono contrario a tutte le asana. Non dovete preoccuparvene affatto. 
     Ancora una cosa:  le asana hanno un valore catartico.  Le asana vere e i mudra veri sono una catarsi, un'espressione, un traboccare.
     Più traboccano più leggero cominci a sentirti. Poi arriverà un giorno dove ti sentirai completamente leggero; arriva un momento in cui non sei più legato alla forza di gravità. Senza peso! Solo in questa leggerezza accade il volo da solo a solo
Se poi pratiche le asana non ci sono catarsi, solo repressione. Questa è la differenza di base:  se tu pratiche le asana  saranno repressive, ma se ti arrivano spontaneamente saranno espressive, ci sarà una catarsi.

Osho: La Grande Sfida

... Per saperne di più sullo stadio due.




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