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“Hai fatto la
Dinamica? una tizia mi ha chiesto una volta. Sembrava un po’
una matrona trendy a un cocktail party che chiedeva, “Sei stata
sull’Himalaya?” o “Hai fatto l’acido?”
“Oh, si,” ho risposto, non sono mai stata
brava a rivelare la mia ignoranza, “ è stato meraviglioso!”
“Cosa cavolo è?” ho sussurrato, in
panico, all’unico sannyasin che avessi mai incontrato, che mi stava
a fianco. Non mi aspettavo un quiz sui detersivi da bucato con
nomi tipo Solvol, Action, Rinso e Dinamica,
durante un gruppo residenziale in una vigna francese.
"“E come è andata?”
l’interlocutore era come un cane e il suo osso. Le grandi gocce di
sudore sulla mia fronte erano dieci volte più grandi delle
grandi gocce di brillantezza che avevo visto sull’ultima confezione di
sapone in polvere.
Il mattino seguente, nella mia prima
Meditazione Dinamica, luci blu mi sono scoppiate davanti. Ecco
com’era – la Dinamica, un detersivo per l’anima! In
realtà ho respirato caoticamente per tre minuti, e poi mi
sono seduta per terra in lacrime. La chiamerei pulizia
etnico-spirituale. . Alla fine della meditazione penso che gli
unici rimasti in piedi erano i tre tedeschi del gruppo.
Poi mi sono rannicchiata nel mio sacco a pelo
e ho ululato come un cucciolo abbandonato che si ritrova a 15 miglia
lontano dalla città in una notte buia, in un grande sacco di
iuta. Non mi ero resa conto che era cominciato il processo di
liberazione del subconscio. Per quanto ne sapevo, era insopportabile,
troppo spaventoso e io non avrei mai più fatto la Dinamica..
Il “mai più” è durato diciotto anni,
fino a un processo chiamato Fresh Beginnings. In piedi alle
cinque tutte le mattine per aspettare un autobus, nella neve, per
andare alla Meditazione Dinamica.
Stranamente, dopo solo due giorni
aspettavo con impazienza quell’ora ogni giorno. Era diventato magico,
come il silenzio e le meravigliose luci bianchi della neve, fuori dalla
sala di meditazione.
L’edificio, grande mezzo acro era pieno zeppo
di meditatori. Il ruggito della nostra rabbia soppressa nel secondo
stadio catartico era assordante, ma elettrico e primordiale. Nessuno
stadio pieno di tifosi di calcio ne sarebbe all’altezza. Era uno degli
specchi più scomodi che avessi mai incontrato. Ma più
mi permettevo di cavalcare l’onda dell’energia più mi sentivo
espansa e esaltata.
Ero ossessionata dall’idea che la porta
successiva della mia crescita spirituale si sarebbe spalancata solo se
io fossi riuscita a saltare per tutto il terzo stadio –
l’insopportabile “Hoo!” Non sono mai stata una persona fisica per
così riuscivo a giustificare il durare solo 45 secondi di
quei dieci minuti di salto, con il fatto che semplicemente non sarei
riuscita a farlo. Ma ho continuato a saltare ogni giorno
oltre il punto nel quale la mente si accendeva e diceva,” Ok, adesso
basta. Sei stanca, i piedi ti diventeranno piatti, ti farai male alla
schiena,” etc etc….
Poi un giorno è accaduto qualcosa
di diverso: era senza sforzo. Tutta la lotta con i miei pensieri sullo
smettere o non smettere era scomparsa di colpo. Osservavo me
stessa saltare, spinta da un’energia che la mia mente non poteva
controllare. Era esaltante. Lacrime di gratitudine mi scorrevano sul
viso. Impossibile da descrivere che cosa ho sentito quando la voce di
Osho ha detto, “Stop!” per terminare lo stadio del salto.
Per la prima volta nella mia vita ero
riuscita a confrontarmi con il fatto di avere un corpo, che era in
grado di fare cose oltre i limiti che io gli avevo posto. Era come
buttare via delle catene mentali che avevo indossato da sempre.
Ho fatto la Dinamica un po’ si e on po’ no nei
mesi a seguire questa svolta. Quando la facevo, era come se fossi al
cinema con un biglietto da prima fila e non mi sarei persa lo
spettacolo. Tutto ciò che puoi immaginare. Memorie della mia
infanzia, fino all’essere un feto nell’utero, vite passate, nascite,
morti, collera, assassinio, gioia, amore, estasi, silenzio, colori,
luci e un cavalcare di pensieri e immagini completamente disconnessi....
La cosa bella era che più io le permettevo e
più le immagini diventavano selvagge. E più selvagge
diventavano più l’osservare accadeva. L’osservare e il
permettere erano interconnessi.
Ho provato tante cose nella mia vita, ma
non conosco nient’altro che possa dare una sensazione tale di
benessere,pacifica distanza dal’hooplà della mente. Il nuoto
si avvicina. Sembra come se un motore esterno,silente si sia adattato
alla mia vita interiore.
Il fare la Dinamica ogni mattina per nove mesi
è stato il momento più fantastico e intenso di tutta la
mia vita. Le giornate si sviluppavano intorno a questa meditazione. Ed
ero stupita dai cambiamenti che accadevano nel mio corpo. Era come se
ogni cellula fosse viva, la pelle ha cominciano a brillare. Il caldo
dell’estate non mi dava più fastidio. La forma delle gambe e la
mia postura erano migliorate. E , signore attenzione, il punto vita era
diminuito di 4 pollici. I cambiamenti del corpo
erano affascinanti come il sollievo dalla mente.
Una parola di avviso: se vuoi davvero fare
l’esperienza della tua estasi personale in questa meditazione, stai
attendo ai modificatori. Non farti fregare da quelli che ti dicono come
fare la Dinamica così che sia comoda.
Nella mia esperienza non ha a che fare con il
comfort; ha a che fare con l’essere testimone di quello che c’è.
La mia mente si può adattare a
qualsiasi cosa che si adatti ai suoi limiti. Se io mi lascio andare e
lascio che il respiro mi prenda, il resto segue da sé. Se il
respiro accade, accade anche il saltare. Dopo cinque giorni il corpo
è in grande forma; il comfort viene naturalmente. Come ti senti
e come appari diventa l’unica mappa che ti occorre.
E’ quasi impossibile non sembrare una persona
rinata alla Dinamica e Dinamica-dipendente. Forse perché fa
esattamente ciò che Osho dice possa fare e questo fa volare via
la mente. Diventi un’automobile nuova con ogni parte a posto,con la
capacità di andare a destra o sinistra in un secondo, e un
guidatore che si chiama testimone invece che stupido.
Imparare a cambiare le marce in ogni
stadio della meditazione quando ero già in estasi nello stadio
precedente era come avere una chiave per uno dei maggiori segreti della
vita.
Elizabeth Smith
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