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Continui a ripeterci di celebrare la vita.
Che cosa c’è da celebrare?
Posso capire. La tua domanda è
importante: sembra che non ci sia niente da celebrare. Che cosa
c’è da celebrare? La domanda che pone questa persona è
anche la tua domanda, perché è la domanda di tutti.
Però in realtà è vero il
contrario. C’è da celebrare tutto. Ogni momento è
così immenso, così fantastico, ogni momento porta una
tale estasi… Ma tu sei addormentato. L’estasi arriva, ti volteggia
intorno e se ne va. La brezza arriva, ti danza intorno e se ne va. Ma
tu continui a dormire. I fiori sbocciano e la loro fragranza giunge
fino a te, ma tu dormi. Il divino continua a cantare in centinaia di
modi diversi; il divino ti danza intorno; ma tu dormi.
Mi chiedi: che cosa c’è da
celebrare?
Che cosa non c’è per non celebrare?
Qui c’è tutto ciò che uno possa immaginare.
Qui c’è tutto ciò che uno possa
desiderare.
C’è più ancora di quanto tu
possa immaginare. C’è abbondanza. La vita è un lusso!
Pensa a un uomo cieco. Non ha mai visto
fiorire una rosa. Che cosa ha perso? Lo sai? Non riesci a sentire
compassione per lui che ha perso qualcosa, qualcosa di divino? Non ha
mai visto un arcobaleno. Non ha mai visto un’alba o un tramonto. Non ha
mai visto il verde delle foglie sugli alberi. Non ha mai visto i
colori. Come è monotona la sua consapevolezza! E tu che hai gli
occhi chiedi: che cosa c’è da celebrare?
C’è l’arcobaleno, c’è il
tramonto, ci sono gli alberi verdi, c’è un’esistenza così
piena di colori… Eppure capisco. La tua domanda è importante.
Capisco che questa domanda ha una certa rilevanza.
C’è l’arcobaleno, c’è il
tramonto, l’oceano, ci sono le nuvole, c’è tutto – ma tu sei
addormentato.
Non hai mai guardato una rosa. Ci sei passato
davanti, hai visto la rosa – non sto dicendo che non l’hai mai vista,
hai gli occhi, quindi vedi – ma non l’hai mai guardata. Non hai mai
meditato su di essa; non le hai mai dedicato neanche un momento della
tua meditazione. Non ti sei mai sintonizzato con lei. Non ti sei mai
messo vicino a lei, non ti sei mai seduto vicino, in comunione. Non le
hai mai detto “ciao!”; non sei mai stato in compartecipazione.
La vita scorre e tu sei semplicemente lì, senza partecipazione.
Tu non sei in rapporto con la vita; ecco perché la
tua domanda è significativa. Hai gli occhi, eppure non vedi; hai
le orecchie, eppure non senti; hai un cuore, eppure non ami – sei
profondamente addormentato.
Questo deve essere capito; ecco
perché continuo a ripeterlo. Nel momento in cui capisci di
essere addormentato, il primo raggio di consapevolezza entra in te.
Se riesci a capire di essere addormentato,
allora non lo sarai più; allora sarai sul limitare del giorno…
sarà mattina, l’alba. Ma la prima cosa fondamentale da capire
è: “sono addormentato”. Se pensi di non essere addormentato, non
ti sveglierai mai. Se pensi che la vita che hai vissuto fin’ora sia la
vita di un essere risvegliato, allora perché dovresti cercare
modi per risvegliarti?
Quando un uomo sogna, e sogna di essere
sveglio, perché dovrebbe cercare di svegliarsi? Crede già
di essere sveglio. Questo è l’inganno più grande della
mente e tutti ci cascano. Il più grande inganno della mente
è darti l’idea di ciò che non sei, e continuare a
convincerti di questo.
Tu sei riflesso nell’esistenza: l’esistenza
è uno specchio. Se sei spento e morto, non c’è niente
da celebrare, perché l’esistenza ti mostra una facciata spenta e
morta. Che cosa c’è da celebrare? Se sei vivo, se fiorisci,
se canti una canzone, se danzi una danza, lo specchio riflette una
danza, una canzone – c’è molto da celebrare. Se celebri, ci
sarà da celebrare sempre di più… continuamente. Non
c’è fine. Se non celebri, diventi via via sempre più
spento e morto. Ci sarà sempre meno da celebrare. Finchè
un giorno, all’improvviso, la vita sarà completamente priva di
significato
Ma perché – perché l’uomo
è addormentato? Quale ne è la causa? E’ un
modo per evitare; il sonno è un modo per evitare. Ci sono molti
problemi nella vita. E’ ovvio, sono lì. Quando dico di
celebrare, non intendo che non ci sono problemi. I problemi ci sono.
Devono essere affrontati; devono essere trascesi. E la celebrazione
è un modo per incontrarli
Non sto dicendo che non ci sono problemi, non
vi sto raccontando favole, non vi sto dicendo che non ci sono problemi
e che la vita è solo bellezza e che non ci sono spine ma solo
rose. Non è così. Per ogni singola rosa ci sono migliaia
di spine.
Non vi sto creando un sogno, un’utopia.
Sono realista e pragmatico..
Ma il modo per oltrepassare le spine
è quello di celebrare la vita,è quello di celebrare
proprio quel fiore.
Anzi, quel fiore è ancora più
prezioso, perché ci sono migliaia di spine. Se ci fossero solo i
fiori e non le spine, i fiori non avrebbero lo stesso valore. E’ per
via del buio che la mattina è così bella, è per
via della morte che la vita è così piena di gioia,
è per via della malattia che la salute è preziosa.
Non sto dicendo che non esiste niente di cui
preoccuparsi. Ci sono molte cose, ma non è necessario
preoccuparsene. Possono essere affrontate. Possono essere affrontate
senza preoccupazione; possono essere affrontate in celebrazione.
Mi chiedi: che cosa c’è
da celebrare? che cosa non c’è? Che cosa manca?
C’è tutto, solo che tu dormi. Esci dal tuo sonno. E quando dico
esci dal sonno intendo dire di uscire dalla tua mente morta.
Arriva al cuore. Lascia che il cuore pulsi, lascia
che canti, lascia che danzi.
Osho: "Sufis: The People of the Path"
... Per saperne
di più sullo stadio cinque.
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