Nata in Svizzera
Devika Elisabeth si è formata con alcuni pionieri della
psicologia umanistica del 20° secolo, incluso Roberto Assagioli
(fondatore della psicosintesi), Carl Rogers (creatore dell’approccio
della “persona centrata”, la base dell’odierna terapia di counseling),
e Dane Rudhyar, che ha rivoluzionato l’astrologia moderna. E’ autrice
del libro One Quest, Many Meetings
(disponibile presso l’editore: www.ispck.org.in).
Questa mattina, quando è suonata la
sveglia alle cinque e mezzo, mi sentivo stanca, con un mal di gola
che stava ritornando dopo un influenza che pensavo fosse passata. Era
il secondo giorno di un corso intensivo di meditazione di tre giorni e
avevo deciso di partecipare con tutta me stessa, mantenendo il silenzio
e rispettando tutte le indicazioni del programma, con il desiderio di
ripulirmi profondamente da tutta “l’immondizia” che avevo accumulato
dopo l’ultima visita all’Osho Meditation Resort.
Il primo giorno è andato tutto molto
bene ed ero felice. Ho apprezzato la Dinamica nonostante il mio corpo
debole e la paura di non farcela. L’ho fatta seguendo i suggerimenti
del mio consulente metafisico che aveva sentito molta “energia
bloccata” nel mio chackra del potere, aveva percepito anche dell’odio
che si rifletteva nella relazione che avevo ma che riconoscevo essere
mio.
Aveva toccato un punto molto sensibile, e
volevo vivere l’esperienza. Per questo motivo ho lasciato uscire tutta
la rabbia che ho potuto contattare, convinta di aver fatto le cose per
bene. Cosi, con la coscienza a posto di chi ha fatto un buon
lavoro, quella mattina mi chiedevo se fosse realmente necessario
forzare questo mio corpo malato, o se non fosse stato più saggio
ascoltare i suoi bisogni e lasciarlo riposare. Il coordinatore
del programma era raffreddato ed era stato sostituito, allora
perché io non potevo concedermi di evitare la Dinamica e al suo
posto fare un’ora di tranquilla meditazione seduta?
Ho riconosciuto la mia solita mente divisa e
ho invidiato per Osho per l’esperienza di totalità che in un
recente discorso aveva menzionato di aver vissuto. Ma io non ero lui, e
mi ricordavo che una volta aveva spiegato che finché non saremo
totali, dovremo aver a che fare con un gran numero di voci interiori ma
dovremo prestare ascolto a quella misteriosa che ci dice “vai
nonostante…..”
Cosi sono andata, e mentre mi dirigevo verso
la Buddha Hall, accompagnata da tutte le mie resistenze, mi è
venuto in mente un altro suggerimento di Osho: una volta che una
decisione è stata presa, è meglio essere totalmente
coerenti, anche se fosse sbagliata. In questo modo come minimo
impareremo qualcosa da essa.
Soffiandomi il naso (necessario prima di iniziare il primo stadio, che
consiste nel respirare con il naso con energiche espirazioni), iniziai
a respirare, poi entrai nella catarsi (secondo stadio), con poca
speranza di ottenere molto. Ma restai sorpresa: iniziai a
pronunciare la parola odio – anche se ritenevo di non aver più
niente a che fare con la rabbia – e poi iniziai a urlare “io odio questa meditazione Dinamica!”
Era così vero, quindi iniziai
a gioire veramente nel continuare a ripeterlo. Un urlo spaventoso
aprì la porta a un fiume di odio totale che prese il
sopravvento. Persi il controllo e potevo sentirmi mentre urlavo dalle
mie viscere, da una sorprendente disperazione che si riversava in
lacrime violente. Per la prima volta provai l’esperienza di un urlo di
dolore e di ribellione primordiale, un “no” totale alla vita, a tutto e
a tutti…un puro odio!
Come ebbe inizio lo stadio dello “Hoo”, mi ci
volle un po’ di tempo per spostarmi da questo sconvolgimento e godere
dell’energia liberata con il saltare. Allo stadio dello “Stop” ho
potuto testimoniare l’immenso sollievo, il benessere e la
tranquillità di una mente e un corpo purifica Ora c’era di nuovo amore verso tutto
ciò che prima avevo odiato. Potevo vedermi sulla
stessa barca con tutti coloro che odiano tutto e dato che avevo toccato
sia il dolore sia la forza che c’è al centro del mio odio,
potevo sentire compassione e rispetto per questa energia selvaggia.
Allo stadio della danza
mi sono sentita leggera e integra. Alcune scissioni dentro di me si
erano sciolte e mi sentivo rimessa a nuovo, come una bambina
vulnerabile.
Lasciando la Buddha Hall ho aperto un cuore
riconoscente alla Dinamica, a Osho, a me stessa e a tutto il mondo
intorno a me.
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Devika Elisabeth Berthout
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