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Gli effetti della meditazione sull'ansia

Gli effetti della meditazione sull'ansia



di Rodrigo Esponda

Rodrigo Esponda e uno psicologo transpersonale clinico/sperimentale, membro dei Rein Center di Investigazione Parapsicologica dell’Univesità di Diego Portales in Cile. Pratica arti marziali da 15 anni, è uno studente di meditazione e un attore televisivo sporadico.

     I filosofi contemplativi si sono sviluppati in Oriente durante un periodo di tremila anni. Nel mondo occidentale abbiamo conosciuto queste filosofie durante i decenni centrali del secolo scorso. Da allora, la comprensione e l’accettazione di queste pratiche non è stata facile da parte della comunità scientifica. Comunque, lasciando da parte giudizi e diagnostiche, l’essenza della meditazione – qualcosa che possiamo descrivere come ‘l’esperienza dell’essere’ – ha creato un interesse in aumento, non solo nella comunità scientifica ma anche tra gente ordinaria.
     Non è un segreto che le persone che vivono in società avanzate stanno passando attraverso un momento di crisi – una crisi basata nell’avere tutto e niente nello stesso momento, la crisi di vivere con simboli che non rappresentano più valori essenziali, valori esteriori che tendono verso l’alienazione.
     D’altro canto, paradossalmente, questa crisi offre l’opportunità di creare una nuova prospettiva della vita, una che sia più espansa ed integrata.
     Così è nato un grande interesse tra le persone per ritornare verso esperienze pure come un modo per sconfiggere l’alienazione. Questo interesse crescente, associato ad alcune recenti scoperte in certe aree scientifiche (fisica, neurobiologia e psicologia) ha minacciato le roccaforti del punto di vista scientifico classico, e ha fatto rendere conto che di sono nuove realtà possibili. E’ a questo proposito, nella mia opinione, che integrare la meditazione ha un ruolo di spicco. La meditazione potrebbe essere usata per superare la crisi e sostenere gli sforzi verso la scoperta di un paradigma di realtà nuovo e più sano.

     Quando parliamo di meditazione nel mondo occidentale, è molto normale per molte persone includere la sua pratica tra le varie pratiche di attività fisiche o mentali che orientate verso un traguardo. L’essere ‘orientati verso un traguardo’ significa che comprendiamo la posizione mentale di avere un obiettivo chiaro e definito, e questa attitudine viene applicata alla maggior parte delle nostre attività quotidiane. In occidente questa prospettiva comune percepisce la meditazione solo come uno strumento per diminuire l’ansia, combattere lo stress, controllare stati fisiologici o forse solo per dormire meglio. Ma la meditazione va molto più in profondo, trascendendo gli obiettivi e le mete e , in maniera più specifica, trascendendo la dualità.
     Quando rivediamo le diverse tecniche tradizionali di meditazione, possiamo notare che tutte alla fine conducono all’esperienza di trascendenza, in un modo o nell’altro. Questa trascendenza – che arriva con la disidentificazione con la mente e la sua prospettiva duale, come passato e futuro, buono e cattivo, qui e là, etc. – non significa la soppressione o l’eliminazione della prospettiva duale, ma la sua integrazione in un’espressione più grande  e profonda di noi stessi. E’ un’integrazione che istantaneamente ci riporta al momento presente; all’esperienza reale dell’essere.
     Se cerchiamo di spiegare il processo della meditazione da un punto di vista intellettuale arriveremo inevitabilmente al paradosso:  più proviamo a raggiungere un obiettivo con la meditazione più ci allontaniamo dalla sua realizzazione. Il “provare” è una dualizzazione del momento presente ( adesso non ho una cosa, ma l’avrò nel futuro). E’ attraverso il movimento opposto – l’arrendersi o l’abbracciare il momento presente – che penetriamo direttamente nel cuore della meditazione. Questo dimostra che la meditazione ci fa muovere verso un gradino superiore, più ampio, più profondo, etc, , dal classico punto di vista dualista.
     Seguendo questa idea è importante notare che se la prospettiva duale viene applicata a tutte le nostre esperienze si arriva a creare una realtà dissociata. Questa realtà, o punto di vista frammentario, è il pilastro strutturale della maggior parte dei comuni problemi delle nostre società industrializzate. In essenza questo sarebbe la radice della maggior parte dei disequilibri mentali e fisici.
     Comunque, l’integrazione della pratica meditativa nella nostra società inizialmente dipende dall’essere accettata a un livello mentale.
     Come modo di contribuire a questo traguardo, ho lavorato sulla valutazione di possibili cambiamenti dei livelli di ansia in un gruppo di studenti che partecipavano a un seminario di meditazione. I risultati, al termine dello studio, potrebbero essere interessanti per la comunità scientifica. Potrebbe anche creare una piattaforma di azione per integrare la pratica meditativa in diverse istituzioni.

     La ricerca è stata condotta con studenti del primo anno di corso in Psicologia, presso la Diego Portales University, in Santiago de Chile. I membri del gruppo sono stati selezionati per motivi diversi. Per primo, la carriera di psicologo necessita molta auto-conoscenza perché occorre essere in grado di relazionarsi in modo sano. Al contrario, lo studente di psicologia è educato soprattutto con una modalità di apprendimento teoretico e un approccio intellettuale; nel frattempo l’area esperienziale ( che usa primariamente il corpo come strumento di apprendimento) viene messa da parte. Poi gli studenti vengono esposti ai ritmi accelerati e competitivi che esistono nel campo delle università cilene.
     A parte questi motivi generali – forse dovrei dire a seguito di – due studenti  del Dipartimento di Psicologia si erano suicidati nei tre anni precedenti questo studio. Hanno lasciato messaggi dicendo che il loro atto era in parte motivato da difficoltà accademiche. Questo fatto corrobora la premessa del bisogno urgente di nuovi spazi esperienziali come modo per confrontare degli incidenti così tragici e per evitarli in futuro.
     Per valutare l’effetto del seminario sull’ansia dei partecipanti, è stata applicata la scala di ansia di Miguel Tobal (ISRA) prima e dopo del seminario, e i risultati comparati con un gruppo di controllo, che non ha partecipato al seminario. Il motivo principale dell’uso del test ISRA è perché valuta l’ansia in tre diverse aree di manifestazione: cognitiva, fisiologica e motoria. Ciò rende possibile un’analisi più dettagliata dei risultati.
     Considerando le caratteristiche del gruppo ( età, grado di attività, etc.) la durata di ogni sessione e la lunghezza del corso, il tipo di meditazioni selezionate era quello appartenente alle Meditazioni Attive di Osho. Che sono: Meditazione Dinamica, Meditazione Kundalini, Let Go, Gibberish, Natraj, Mystic Rose e Golden Light Meditation.
     Il motivo principale nel selezionare le meditazioni attive era la forte presenza di attività espressiva e movimento fisico ( da qui il nome “attive”), paragonata alla polarità passiva e contemplativa, comune alla maggior parte delle tecniche tradizionali. Il modo lucido in cui queste tecniche si sviluppano offre maggior flessibilità al gruppo. Offre anche maggiore motivazione, permettendo allo studente di arrivare a esperienze più profonde in un minore lasso di tempo.
     A parte questo, le Meditazioni Attive di Osho sono state formulate specialmente per persone con una visione occidentale del mondo – permettendo un adattamento più veloce al processo meditazione senza danneggiare la sua essenza centrale.

     Il seminario è stato diviso in dieci sessioni di circa 1 ora e 45 minuti, una volta alla settimana. Hanno partecipato ventisette studenti del primo anno di  psicologia, soprattutto donne. L’istruttore era Alejandro Boric. E’ un docente nell’area clinica dell’orientamento umanistico e transpersonale, con una vasta esperienza in tecniche meditative in luoghi come India, Olanda e Italia. E’ stato un discepolo di Osho nell’Osho Meditation Resort.
     Al termine del seminario e dopo la seconda applicazione del test ISRA, c’erano le informazioni da analizzare. Ho studiato sia i dati quantitativi dai tests analizzati che le registrazioni delle sessioni, perché potevano contenere importanti informazioni qualitative.
     I dati quantitativi mi hanno permesso di concludere che i partecipanti che hanno partecipato regolarmente alle sessioni ( più del 50%) hanno fatto l’esperienza di una grande diminuzione di ansia a livello cognitivo. E’ seguito una minore ma notabile diminuzione dell’ansia fisiologica, anche se questo potrebbe essere attribuito ad altri fattori.
     Questi risultati provano empiricamente che un breve seminario di meditazione, più specificatamente nell’area delle Meditazioni Attive di Osho, ha un effetto e diminuisce l’ansia dei partecipanti soprattutto ad un livello cognitivo. Sfortunatamente, il basso numero di uomini tra i partecipanti non ha permesso alcuna conclusione riguardo le differenze di sesso. Questo sarà un focus molto interessante per ricerche future sulla  meditazione.
     L’informazione qualitativa ha mostrato che nella sessione iniziale i partecipanti erano molto timidi, non solo durante gli esercizi di meditazione, ma anche nella parte finale di ogni  sessione, dove avevano il tempo di condividere esperienze, dubbi o commenti
     Durante le ultime sessioni i movimenti del corpo e la danza erano più espressivo, la variabile valutata attraverso l’uso dello spazio fisico nella stanza e la fluidità dei movimenti secondo parametri personali.
     L’interazione verbale è aumentata nella maggior parte dei casi, anche se alcuni partecipanti hanno mantenuto un’attitudine immutata di ascolto senza condividere verbalmente le proprie esperienze.
     A parte questi cambiamenti qualitativi generali, i processi individuali di mettere in questione materie vitali e comprensioni profonde sono apparse in molti partecipanti. In alcuni casi è emerso anche materiale represso nell’inconscio da molto tempo.
     Esperienze di natura transpersonale, come trascendere i limiti del corpo o ricevere messaggi o risposte profondamente saggi. In un caso particolare, di cui sappiamo perché la studentessa ce ne ha parlato in sede privata, attraverso uno stato meditativo intenso, è stata in grado di comunicare e sentirsi vicina a un parente morto. Questo evento ha rappresentato per lei una guarigione profonda.
     E’ importante notare che, indipendenti da come queste esperienze transpersonali siano state soggettive e questionabili, è innegabile l’effetto sugli individui.
     In generale, è molto comune udire commenti che indicano una percezione distaccata dei problemi quotidiani, inclusi quelli in relazione a fattori di stress per uno studente – esami, mancanza di tempo personale. i partecipanti hanno condiviso l’esperienze comune di uscire da ogni seminario con una grande sensazione di rilassamento, che ha influenzato positivamente le percezioni per un breve periodo di tempo. Questi sembrano essere i chiari effetti di una leggera espansione della coscienza e una trascendenza della comprensione ordinaria del mondo.

     Nella mia opinione, si potrebbe concludere che i risultati del seminario siano molto positivi. Non solo è diminuita l’ansia a livello cognitivo, ma la maggior parte degli studenti ha mostrato un grande interesse nelle proprie esperienze. Nella maggior parte dei casi sono stati molto sorpresi da come delle tecniche così semplici potessero stimolare delle esperienze così profonde. Infatti, una volta terminati i seminari, una domanda comune fatta dai partecipanti era se i seminari sarebbero continuati.
     Sfortunatamente, occorre una pratica costante della meditazione per radicare gli effetti positivi sperimentati. Se ciò non capita, il ritmo accelerato della vita gradualmente li dissolverà. Se viene fatto l’opposto e si continua con la pratica, non solo ci guiderà verso esperienze più profonde, ma farà in modo che gli effetti collaterali durino più a lungo. A questo proposito sono emerse una varietà di domande, ad esempio: Se praticata con costanza la meditazione ha un effetto sulle qualifiche accademiche di uno studente? Il sesso biologico ha una relazione sugli effetti di un seminario di meditazione?
     Queste domande e altre forniscono un punto di partenza per future investigazioni al riguardo. Questo aiuterà non solo la comprensione del metodo di meditazione ma anche la sua integrazione nella nostra società. In questo senso la meditazione, indipendente dalla nostra comprensione intellettuale, ha sempre provato ( eccetto in certi casi specifici come le patologie psicotiche) di essere di grande aiuto nella nostra evoluzione psicologica più sana.

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Roderigo Esponda

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