|
|
5) L’essere decondizionato
Se l’intera tragedia potesse essere capovolta e noi
potessimo ricominciare, come troveremmo il nostro sé reale sotto
gli anni di spazzatura mentale e blocchi fisici? Come recuperarlo
dietro alle barriere delle ferite psicologiche e del trauma emotivo?
Gli approcci psicologici convenzionali e
alternativi, come terapia Primal o Costellazioni Famigliari, ci
prescriverebbero l’identificazione di ogni singola tematica che ci
blocca; riviverla, comprenderla e finalmente esorcizzarla. Ma per
questo occorrono anni, danaro, e richiede una dipendenza da un
terapista.
Ciò a cui occorrono anni con una
modalità terapeutica può essere portato a conclusione
più velocemente con i metodi attivi di Osho, come la Meditazione
Dinamica.
La bellezza dell’approccio meditativo
è che tu rimani indipendente, e non costa un occhio della testa.
In aggiunta, lasci andare tutto l’analizzare e by-passi completamente
la mente, mentre hai un incontro diretto con l’inconscio.
Il metodo è una pulizia di primavera
esistenziale, ‘un detersivo per l’anima.’ Rabbia, dolore, lutto,
gelosia, confusione, paura: ci occorre solo riconoscere ed accettare la
loro presenza e poi possiamo lasciarle andare.
E’ vero che il nostro corpo, i nostri mondi mentali
ed emotivi hanno cicatrici. Allora abbiamo bisogno di fare emergere
questa area di trauma. Abbiamo bisogno di scuotere via la polvere che
è presente in ogni angolo dell’inconscio.
Abbiamo bisogno di scongelarci, di mobilitare e
ridirigere la nostra energia così che non è solo
più carburante per la mente, così che si muova nel corpo
e nelle profondità congelate del cuore, del centro del sentire e
ritorni alla sua origine.
Panacea
Il respiro del fuoco del primo stadio della Meditazione
Dinamica – veloce, profondo, caotico – ci prepara.
E’ la
chiamata a risvegliare ogni cellula del corpo, a tutti i nostri sensi
comatosi. La profondità del respiro ha un impatto con il
nostro centro del sentire, rimescolando ciò che giaceva
addormentato. Attiva anche l’energia arrotolata nel centro del sesso
così che sia disponibile come carburante per una grande
trasformazione.
Il corpo adesso ha attivato l’energia bloccata, che
comincia a sciogliersi e può fluire in una espressione conscia:
questo è il secondo stadio. Con
l’alchimia del rilascio in consapevolezza, facciamo l’esperienza di
pensieri, emozioni come semplici sfaccettature diverse di un’unica
energia. Lasciare andare liberamente per 10 minuti può
trasformare la rabbia in paura o tristezza o in disperazione, che
può diventare, forse, infantilità. E poi può
diventare risata, e così via.
Con questi primi due passi, il lato negativo del
processo è completo: la cantina è stata ripulita. Il loto
è stato riesumato.
Ma fermarci qui sarebbe come lasciare il lavoro a
metà.
Con il riconoscere, l’accettare e il rilascio
conscio di ciò che abbiamo soppresso, abbiamo liberato una
grande riserva di energia. Adesso
questa inondazione deve essere incoraggiata a muoversi in avanti e
verso l’alto. Ecco perché nel terzo stadio del metodo si-salta-fino-a-cascare-per-terra
e si urla “Hoo!”.
Atterrare piatti sui piedi e urlare “Hoo!” martella
il centro del sesso, dove è immagazzinata l’energia, e la scuote
verso l’alto. Al contempo, il contatto forzato e insistente con il
pavimento aiuta a ristabilizzare il contatto con la terra. Ci porta
giù, da un’esistenza cerebrale a sentire le nostre radici.
Con l’inconscio pulito, radicati nel corpo, con
l’energia che si muove verso l’alto, con la fase dello “Stop!” possiamo tuffarci senza sforzo dentro di noi
e rilassarci nella nostra essenza: lo stato dello “osservatore”
interiore o del “testimone”.
E’ un momento di ritorno a casa e giustamente va
celebrato. E questo è l’ultimo
passo nella Dinamica: celebrare
attraverso la danza. Celebrare con un corpo/mente/cuore
liberato da tutto ciò che impediva l’estasi.
...Indietro per altre
articoli
|
|