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Una cura dinamica per l’epidemia della nostra era.
Stress è una di quelle parole di cui si maligna
pesantemente. Che cosa non va con lo stress? Perché tutti gli
sono così contro? Dopo tutto se non fosse stato per lo stress
Gautama il Buddha forse non si sarebbe mai illuminato.
La confusione sembra essere in ciò che
intendiamo con ‘stress’. Immagina di essere un coniglio che è
appena stato individuato da una volpe, a cui occhi significa
‘colazione’. Si, ci sarà stress, che è l’unica speranza
che ha il coniglio. Con un aumento di ormoni ‘lotta-o-fuggi’ che di
colpo gli scorrono nelle vene, il coniglio scappa – la volpe, in uno
stato psicologico simile – lo segue. Stress acuto.
In questa scarica di energia viene deciso il
destino del coniglio. Il coniglio è totale, la volpe è
totale, e poi è tutto finito. Se il coniglio riesce a scappare,
poi si riposerà e l’episodio è concluso. Non
sognerà volpi per una settimana, non andrà da uno
psichiatra per avere dei tranquillanti o non si unirà al gruppo
di supporto “coloro-che-odiano-le-volpi” anonimi. Continua ad essere un
coniglio. E, comunque, se rimane con la volpe di ieri, perderà
la volpe di oggi, e magari questa volta non sarà così
fortunato.
Adesso immagina un laboratorio artificiale, dove il
coniglio è su una ruota, solo a un baffo di distanza dalla
volpe che è su una altra ruota. Tutto è organizzato in
modo che la volpe non possa raggiungere il coniglio, e che il coniglio
non possa scappare. Risultato: tensione cronica, lo stato che tutti
erroneamente chiamano ‘stress’.
Questo è molto simile al desiderio: lo
spazio tra ciò che desideriamo e il raggiungimento del nostro
desiderio rimane sempre lo stesso. Come l’orizzonte, rimane lontano,
come sempre.
Non occorre un Premio Nobel in psicologia per
indovinare l’effetto su questi due animali. Ovviamente, andranno fuori
di testa molto presto, e se il coniglio schiattasse per un infarto, chi
ne sarebbe sorpreso?
L’umanità ha passato la maggior parte
della sua lunga storia vivendo con episodi di stress acuto, ma la vita
moderna sembra essere molto più vicina alla seconda situazione i
tensione cronica. Non c’è una totalità di output, non
c’è una totalità di rilassamento. E’ solo un lungo
ingorgo stradale. La sindrome da ingorgo stradale può applicarsi
alle nostre carriere, ai matrimoni, allo studio, ai pagamenti del
mutuo, all’inseguimento di status e di riconoscimento, e così
via. Tutto nella vita moderna ha questa qualità del ‘devo solo’
ma ‘non ce la faccio completamente’.
Le società industrializzate stanno
vivendo un epidemia di malattie cardiache, si pensa che i fattori
emotivi siano importanti in questa condizione. La parola in voga oggi
è stress. E’ lo stress a essere considerato la causa principale
degli infarti.
Le cifre delle malattie cardiache in USA sono
impressionanti e danno un’indicazione di quanto il problema sia esteso
a livello mondiale. Gli USA hanno una popolazione totale di oltre 250
milioni – che è circa il 5% della popolazione del pianeta.
Più di 4 milioni di americani soffrono di malattie coronariche,
e quasi 35 milioni, circa il 25% della popolazione adulta, soffre di
ipertensione – cioè una pressione sanguigna alta. Moltiplica
queste cifre per 20 per una stima approssimativa delle proporzioni
globali di questo problema.
Un milione di americane muore ogni giorno di
malattie cardiovascolari – due volte e mezzo il numero di coloro che
muoiono di cancro e almeno dieci volte il numero di coloro che muoiono
di trauma. Circa 1 milione e mezzo soffre di infarto ogni anno, e
metà ne muore.il costo in dolore e sofferenza umani è
immensurabile; il costo in dollari astronomico. La nazione spende circa
11 miliardi di dollari annualmente solo per chirurgia coronaria.
Ricordi il Dr. Zhivago, che vanamente rincorre
il tram a Mosca, dopo aver visto di sfuggita il suo amore da lungo
perduto, Lara? Inciampa, si afferra il petto, e con agonia sul volto
cade per terra. Sappiamo tutti che ha avuto un infarto.
Stranamente quando i medici guardano il cuore
dopo una morte così, non trovano una chiara causa. Nel passato
veniva chiamata una “trombosi coronarica”, u grumo di sangue nel vaso
sanguigno che porta al muscolo cardiaco. Secondo le informazioni
pubblicate nel sommario di “Clinical Significance of Stress and
Hypertension”, i cardiologi hanno scoperto che ciò è vero
solo per il 12% del totale. La morte del muscolo cardiaco viene trovata
solo nel 13%. Ciò lascia la grande maggioranza delle persone che
di colpo si accasciano a terra e muoiono di ‘infarto’ senza una
diagnosi specifica. In altre parole, il fatto strabiliante è che
la scienza medica non conosce la causa della maggior parte degli
infarti – il killer più grande del mondo occidentale.
Adesso molti medici si fanno la stessa
domanda: E’ possibile che questi casi senza diagnosi di infarto
improvviso siano in relazione allo stress? Alcune delle prime
indicazioni che mettevano in connessione lo stress alla malattia
cardiaca vennero scoperte attraverso l’osservazione di tecnici e
ingegneri spaziali del centro di Cape Kennedy. In uno studio durato
otto anni venne mostrato come queste persone avessero una percentuale
alta di morti improvvise, ma bassa di malattie coronariche, anche se,
post mortem, alcuni avevano fasce microscopiche di cellule morte nei
muscoli cardiaci.
I ricercatori, in queste stesse persone hanno
notato un tasso alto di ansia, depressione e divorzio. E’ stato
scoperto che ogni lancio effettuato con successo significava un
abbassamento di fondi, con il conseguente licenziamento del 15% della
forza lavoro. I tecnici spaziali sono altamente specializzati che hanno
poche alternative di lavoro una volta licenziati. Molti sono finiti a
lavorare come riparatori di TV, considerandosi dei ‘servi’. Sembra che
le morti non fossero dovute alle lunghe ore di lavoro necessarie per
lanciare un razzo ma in relazione alla paura di essere licenziati.
In seguito, studi su animali hanno rivelato
che, pochi minuti dopo aver iniettato nel corpo ormone da stress,
venivano prodotte le stesse fasce microscopiche di cellule morte
– chiamate “ lesioni da contrazione”. Erano identiche a quelle trovate
nei muscoli cardiaci degli ingegneri di Cape Kennedy.
In seguito venne mostrato che nel 86% di morti
improvvise erano presenti le stesse lesioni. Vennero notate anche in
vittime di aggressioni che pur non essendo state danneggiate
fisicamente morivano in un tempo breve dopo l’aggressione. Le stesse
lesioni sono state trovate in pazienti con tumori che producono un
livello abnorme di ormoni da stress, e in persone morte all’improvviso
per abuso di cocaina, che rimuove l’ormone da stress dal sangue.
Cercando di comprendere il ruolo dello stress
nelle malattie cardiache, la ricerca moderna ha scoperto che quasi il
20% della popolazione è “ un reattore caldo”, il cui cuore viene
drammaticamente colpito dallo stress, che produce un aumento
impressionante di pressione sanguigna
Guardando il make-up emotivo delle persone
nella categoria “reattori caldi” esperti nel campo osservano che la
caratterizzazione è il diniego – non accettano di soffrire
di stress; lo stress è qualcosa che accade agli altri, non a
loro. In secondo luogo, percepiscono la propria vita piena di lotte,
sconfitte, paure, incertezze e dubbio. Sono ansiosi e sono arrabbiati,
ma la loro rabbia rimane inespressa.
E’ riconosciuto che le persone che soffrono di
rabbia o ansia croniche, come questi “reattori caldi”, sono più
propensi ad avere un’alta pressione sanguigna di persone che sono
felici. Ciò significa che gli attacchi di cuore potrebbero
essere degli “attacchi di odio” " – il prodotto di un’alta pressione
sanguigna causata dall’accumulo di rabbia inespressa.
In aggiunta, alcune scoperte interessanti
sottolineano che questi risultati sono differenziati sulla base del
genere sessuale. Thomas Pickering, in “The Clinical Significance of
Stress and Hypertension”, nota:” Gli uomini sembrano essere
suscettibili alla rabbia a causa della aumentata pressione sanguigna,
mentre tra le donne l’ansia sembra essere più importante. Nel
posto di lavoro, le donne che percepiscono il proprio lavoro come
stressante tendono ad avere una pressione sanguigna più alta se
paragonate a donne che non si sentono stressate sul posto di lavoro.
Nel caso di donne sposate che lavorano e hanno figli, la pressione
sanguigna aumenta quando vanno a casa la sera, se i doveri domestici
non sono equalmente condivisi tra marito e moglie. Infatti, alcune
donne vedono il posto di lavoro come un paradiso dagli stress della
vita domestica.”
Altri studi hanno confermato questa relazione
molto importante tra emozioni e pressione sanguigna. E’ stato mostrato
che la pressione sanguigna è molto più alta quando i
soggetti sono infelici, arrabbiati, sotto pressione o tesi se comparata
a momenti nei quali non sono arrabbiati, ma rilassati e non sotto
pressione.
Ulteriori studi hanno mostrato che persone che
trattengono la propria rabbia, sopprimono la loro ostilità e
sono molto ansiosi in risposta allo stress, hanno un maggior aumento
nella pressione sanguigna di pazienti che esprimono la propria rabbia e
hanno un livello minore di ansia.
Nel luglio 1989 è stato pubblicato un
articolo nel Journal of Nervous and Mental Diseases che citava 48 studi
riguardanti la relazione tra pressione sanguigna e fattori psicologici.
Sono stati descritti tre caratteristiche
psicologiche primarie degli ipertesi: rabbia e ostilità,
difficoltà nel contatto e nella comunicazione interpersonale e
l’uso frequente di diniego e auto-repressione.
Come hanno scritto gli autori, “ Vista la
consistenza dei risultati ci si domanda perché non siano stati
iniziati dei programmi di intervento psicologico su larga scala per gli
ipertesi. E’ ora di smettere di ignorare le scoperte empiriche. Ci sono
variabili psicologiche associate all’ipertensione che richiedono
logicamente interventi psicologici.”
Più semplicemente, gli esperti che vedono la
relazione diretta tra rabbia, stress e malattia cardiaca si arrabbiano
a loro volta di fronte al fatto che nessuno sta cercando di risolvere i
fattori psicologici e sociali che producono questa equazione.
Ma la
società è riluttante a guardare oltre i sintomi della
malattia cardiaca verso una cura possibile perché tale cura
potrebbe coinvolgere uno scrutinio di come la stessa società
funziona. Abbiamo taboo sociali contro l’espressione della
rabbia; abbiamo taboo psicologici contro l’ammettere di essere ansiosi
e non in grado di sostenere il passo del nostro stile di vita
competitivo. Per prevenire la malattia forse dovremmo cambiare molte
regole sociali di base, e questo è più minaccioso della
malattia stessa.
Ma la ricchezza di evidenza è sempre
più difficile da ignorare. Nel dicembre 1990, ptresso la
American Heart Association, dei ricercatori hanno prodotto una
quantità di dati che suggeriscono come la rabbia cronica sia
molto dannosa per il corpo, ancora di più del fumo,
dell’obesità e di una dieta ricca di grassi.
Dott. Redford Williams del Duke University
Medical Center riporta:” I nostri studi indicano che la rabbia ostile e
sospettosa è rischiosa per la salute come ogni altro fattore di
rischio che conosciamo.” Ha infine aggiunto che adolescenti ostili
hanno livelli di colesterolo molto alti, da adulto, molto più
alti dei coetanei accomodanti. Ciò suggerisce una connessione
tra rabbia costante e malattia cardiaca.
Un altro studio, del Dr. Maria Julius,
University of Michigan, ha mostrato che le donne con rabbia soppressa a
lungo erano tre volte più prone alla morte durante lo studio di
donne che non avevano dei sentimenti così ostili. Dice:”
Una rabbia costante e repressa sembra essere un fattore maggiore di
rischio delle sigarette.”
Ulteriormente, un recente studio americano
suggerisce che è l’effetto del razzismo a creare un aumento di
ipertesi e di malati cardiaci nei cittadini di colore degli USA
rispetti ai compatrioti di pelle bianca.
Chiaramente, l’evidenza sta mettendo in scena che
“l’ostilità” – siamo onesti e chiamamola odio – è un
fattore critico nelle persone con malattie cardiache. E in modo simili,
la repressione di queste emozioni, piuttosto che la loro espressione,
peggiora la situazione.
Leggendo tutti questi dati, due parole
mancano: meditazione Dinamica.
Osho ha creato la meditazione Dinamica per
aiutare l’uomo moderno a meditare, basandosi sulla propria intuizione
che siamo normalmente così tesi da dover buttare fuori la
tensione fisica e mentale prima di essere silenti. Ma dato che
l’ipertensione è meramente una forma estrema delle tensioni
ordinarie e quotidiane, questa tecnica di meditazione
rivoluzionaria sembra fatta su misura per tagliare attraverso le
“variabili psicosociali” che producono la malattia cardiaca.
Il ritmo della meditazione Dinamica è
incredibilmente simile allo schenma naturale dello stress illustrato
dal coniglio che viene inseguito da una volpe. E’ inaspettato e
drammatico, con un rilascio totale di energia e emozioni seguito da
immobilità – non ci sono più avanzi di pensieri
ansiogeni, né residui di emozioni non scaricate- e poi la
celebrazione di un altro giorno non essendo la colazione di qualcun altro!
La meditazione Dinamica fornisce un’opportunità di catartizzare
tutta l’ostilità repressa, e poi una possibilità di
osservarla dissolversi nel silenzio.
La totalità dell’output e la totalità
del rilassamento che caratterizzano la meditazione Dinamica di Osho
sono quasi l’opposto completo della qualità bloccata della
sindrome moderna dell’ingorgo stradale. Non c’è da meravigliarsi
se i meditatori hanno una grazia, una fluidità dei movimenti del
corpo che completamente diversa dall’espressione rigida e fissa
dell’uomo dietro il volante della sua vita piena di stress e di
ingorghi. Non c’è da meravigliarsi se queste
arterie non possono contrarsi e rilassarsi normalmente, ma rimangono
bloccate nel mezzo, causando ipertensione cronica, e tutto il resto.
Il killer qui è ‘mentale’ – la
mente e il modo nel quale le permettiamo di controllarci.
C’è qualcosa di inevitabile nel fatto
che un mondo dominato dalla mente, un mondo nel quale il cuore è
schiacciato sotto il peso della logica, soffra un’epidemia di malattia
cardiaca. Un’epidemia mondiale di odio è il reale problema, e la
corrispondente assenza di amore. Non c’è da meravigliarsi se
è il cuore ad essere attaccato.
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